Quella di sabato 15 giugno poteva essere una serata rischiosa (solo a livello di partecipazione, nessun altro pericolo!) data la concomitanza dell’esordio europeo degli azzurri contro l’Albania ed il clima decisamente caldo che avrebbe invitato ad un weekend al mare ed invece gli spalti dell’arena del Parco Cervi erano gremiti in tutti i posti! Merito dei relatori d’eccezione: il nostro don Giuseppe Dossetti ed in collegamento web Lucia Capuzzi inviata speciale di Avvenire nei teatri più difficili del pianeta (Afghanistan, Ucraina, Palestina).
Il tema era decisamente il più scottante degli ultimi mesi, ovvero la guerra scoppiata in Terra Santa dopo il crudele attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, ma più che parlare di guerra (cosa che i notiziari fanno con anche troppa dovizia di particolari) lo scopo dell’incontro voleva essere capire quali segnali di speranza si potevano cogliere da una situazione così tremenda. E così don Giuseppe ha raccontato del suo ultimo viaggio dello scorso marzo a Gerusalemme dove ha avvertito una sensazione di completo straniamento: luoghi solitamente affollati di pellegrini come il Santo Sepolcro o la Chiesa della natività a Betlemme completamente vuoti e desolati.
Poi l’incontro col Patriarca card. Pizzaballa che ha ringraziato calorosamente per il coraggio della visita: un segno di vicinanza che se a noi potrebbe sembrare poca cosa, per chi abita quei luoghi e soprattutto per la piccola comunità cristiana (sempre più a rischio di estinzione), significa la testimonianza di non essere stati abbandonati. Ed è per lo stesso motivo che negli stessi giorni del Festincontro anche il card. Zuppi ha visitato il luoghi santi insieme ad una comitiva di 160 pellegrini bolognesi, in rappresentanza di tutte le associazioni ecclesiali.
È poi venuto il momento di Lucia Capuzzi, anche lei recentemente inviata a Gerusalemme che ha evidenziato come esista una profonda frattura sia nella società israeliana che palestinese: di fronte ad una leadership politica che ha tutto l’interesse, per puro tornaconto personale, a continuare la guerra “fino alla completa eliminazione” dell’avversario, esiste una numerosa società civile che non ne può più di questo conflitto. Tale posizione però non ha una adeguata rappresentanza politica e soprattutto è completamente esclusa dalla narrazione che i media mainstream fanno del conflitto, quasi volendo instillare la convinzione che alla guerra non ci sia alternativa.
Le infinite trattative che dovrebbero perlomeno portare ad una tregua vengono continuamente sabotate alternativamente da una parte o dall’altra versando fiumi di odio, mentre è stato ribadito da entrambe i relatori che la via della pace non può che passare dal reciproco riconoscimento all’esistere dei due contendenti: in tale direzione va anche la continua predicazione di Papa Francesco che ospitando incontri tra famiglie e vittime di entrambe le parti dimostra come la pace passi dal dialogo, dal riconoscimento e dal perdono reciproco.
Dopo un’ora abbondante di serrato dialogo si è quindi concluso l’incontro con l’invito ad essere il più possibile vicini a questa martoriata terra, con la preghiera, la consapevolezza e dove possibile con gesti concreti.
Alberto Saccani,
per il Consiglio diocesano