sabato, 23 novembre 2024
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Il Festincontro 2017
La presentazione del presidente
Dove siamo
Il programma
Giovanni Falcone: un uomo
Madre Teresa di Calcutta, una matita nelle mani di Dio
Uno sguardo al futuro: Andrea Cavazzoni
In comunione coi cristiani oppressi: padre Cervellera
L’omaggio di AC a Falcone e Borsellino
Un’anima armena che dà speranza: Antonia Arslan
Danza e meditazione con Madre Teresa
Incontro tra diverse generazioni

Festincontro 2017

Madre Teresa di Calcutta, una matita nelle mani di Dio

È insieme teatro e meditazione proposto da fedeli dell’Unità Pastorale “Padre misericordioso” www.padremisericordioso.com (Coviolo, Preziosissimo Sangue, Rivalta, Sacro Cuore) che, attraverso letture, canti e danza, vogliono approfondire la fede di una donna straordinaria: Santa Madre Teresa di Calcutta.

Nasce da un’idea di Elena Oliva, con la collaborazione di Raffaella Marchiorri e Silvana Zanti, della parrocchia di Villalunga di Casalgrande, e il prezioso apporto di Liliana Cosi, che ha curato le danze interpretate da Chiara Montanti.

Lo spettacolo è stato promosso dall’Azione Cattolica all’interno del Festincontro, giunto alla sua 33° edizione, in un anno in cui, a partire dal 30 aprile, sono iniziati i festeggiamenti per i 150 anni di vita dell’Azione Cattolica.

Dopo l’incontro con papa Francesco, il Festincontro, con il suo titolo, vuole essere una cassa di risonanza di questo momento, un punto fermo verso cui guardare al futuro, per andare incontro alle persone lì dove loro stesse vivono, senza dimenticare le proprie radici.

Papa Francesco ha ricordato: “Voglio un’Azione Cattolica tra la gente, nella parrocchia, nella diocesi, nel paese, nel quartiere, nella famiglia, nello studio e nel lavoro, nella campagna, negli ambiti propri della vita”.

Siamo quindi molto lieti di partecipare e collaborare alla bella riuscita del Festincontro 2017 nella parrocchia di Gavassa che, insieme a Massenzatico, S. Paolo, S. Croce e Pratofontana compone l’Unità Pastorale del Beato Paolo VI.

Madre Teresa

Madre Teresa, dichiarata beata da Papa Giovanni Paolo II il 19 ottobre 2003 e canonizzata il 4 settembre 2016 da Papa Francesco, è colei che ha dedicato interamente la sua vita a soccorrere i più poveri tra i poveri, senza distinzione di razza, religione o credo. Ha amato tutta l’umanità sofferente, perché in ogni volto lei riconosceva il volto del Dio-Uomo, nudo, affamato, assetato, straniero, dimenticato, carcerato, scartato.

Lei piccola, minuta, sembrava portare su di sé le piaghe di tutti gli ultimi del mondo, le sofferenze di ogni singolo emarginato, l'abbandono dei più poveri dei poveri. Nei suoi occhi, spersi tra le rughe, si poteva leggere l'estetica della carità: per il dolore di quei “cristi” inchiodati ad una croce di povertà ed invisibili al mondo; per i corpi scheletrici dove infieriva la fame, la malattia, la mancanza d'amore; per i moribondi ai quali non era concessa la dignità di un lino pulito e solo la morte li sollevava da un sudicio cartone o dall'infuocato catrame del marciapiede. Il grido di dolore è uguale in ogni essere umano e lei con uguale amore si chinava su ognuno. Come il buon samaritano non guardava il colore della pelle, la sua provenienza, il suo Dio. Perché in quell'uomo lei soccorreva, curava, accarezzava, amava Gesù. Ecco perché i suoi occhi pur contornati dal “maquillage” di rughe, segno della fatica del dono, erano luminosi come le pietre più preziose, perché riflettevano tutta la luce dell'amore di Dio per noi.

Una matita nelle mani di Dio

Lei ha dato la mano a Dio, Lui le ha posto tra le dita una matita ed ha iniziato a scrivere una vita d'amore assoluto che ha lasciato un'eredità viva non solo nel cuore della Chiesa ma anche nel patrimonio della comunità internazionale. Questa matita non si è mai fermata di scrivere pur essendo passata dalla lama del temperamatite che taglia, storpia e a volte spezza. Ha continuato nelle conferenze, nelle assemblee, nei simposi, chiamata in tutto il mondo, ma soprattutto ha scritto, anzi inciso, nel cuore degli uomini e quando le parole raggiungono e sono ascoltate dal cuore, non si

cancellano più. Ha riscritto la vita di circa seimila persone che sono Missionarie della Carità tra le genti di tutto il mondo. E, come il grido di Gesù sulla croce, ha voluto che su ogni cappella delle sue Missionarie fosse scritto: “HO SETE!”

Il 4 settembre 2016, Anno giubilare della Misericordia, Papa Francesco ha scritto l'Apostola della Misericordia, nei registri indelebili della santità.


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