Un marito, quattro figli, un lavoro impegnativo e un'intensa attività di blogger e scrittrice. A pensare alla vita di Costanza Miriano, giornalista Rai e attivista pro family e pro life, c'è da chiedersi come faccia a tenere tutto insieme. La risposta arriva una manciata di minuti prima dell'inizio della sua serata al Festincontro, il 14 giugno: Scrivo di notte, spiega nel corso di una videointervista che va in onda nella puntata di giovedì 25 giugno del nostro Telesettimanale, su è-Tv Teletricolore (canale 10) alle 21.
Per essere famiglia, oggi, ci vuole una bella tempra. Tra figli, lavoro e le solite incombenze c'è n'è già abbastanza per riempire l'intera giornata. E spesso anche qualche ora in più.
Se queste sono le premesse, perché sposarsi e mettere al mondo dei figli? Siamo fatti per amare ed essere amati, nonostante le difficoltà che questo comporta, ha risposto la Miriano incalzata dalla giornalista di Tv2000 Cristiana Caricato. Consegnarsi a qualcuno del quale ricevere a sua volta le consegne è scritto nel cuore di ciascuno di noi. Appartenere a qualcuno per sempre. Questa la ragione di fondo che ci spinge a fare famiglia.
La famiglia è il progetto di Dio sull'essere umano ed è un pro - getto per la felicità dell'uomo. Poi c'è il peccato che rende necessaria l'obbedienza e la fedeltà e fa entrare in campo la fatica. Ma ne vale la pena perché seguire questo progetto di Dio fa scopri - re, anche quaggiù sulla terra, il centuplo in gioia in cambio della fatica versata.
Costanza parla con un linguaggio semplice, diretto, facendo spesso riferimento alla sua vita di coppia e di famiglia.
Un po' come nei suoi libri che negli ultimi anni hanno contribuito a diffondere il messaggio della bellezza (e della fatica) del matrimonio cristiano. In un'ora e dieci abbina i concetti più alti (Le famiglie che funzionano sono quelle in cui il vero sposo e la vera sposa è il Signore. In tutti i matrimoni ci sono fatica, delusione, dubbio. Credo che bisogna guardare ai nostri limiti e a quelli dell'altro, accoglierli e portarli verso Dio. È Gesù il fondamento della nostra unione, è lui che ci permette di dire il nostro per sempre, è lui che ci risarcisce quando lo sposo o la sposa ci deludono).
Senza nascondere a sé e ai presenti le fatiche della vita di coppia e dell'educazione dei figli: C on il primo figlio c'è la presunzione di fare tutto giusto. Ora invece, dopo quattro figli, credo di commettere almeno un errore al giorno per ogni figlio. Io e mio marito abbiamo fatto un calcolo un po' di tempo fa, siamo arrivati a 13mila errori.
Costanza Miriano è persona mite, conciliante, sempre sorridente. Ma di fronte agli attacchi alla famiglia vera, invita a prendere posizione e a schierarsi contro l'attuale emergenza legislativa per la famiglia e la libertà educativa dei genitori. Se venissero approvati i disegni di legge Fedeli, Cirinnà e Scalfarotto, verrebbero attuate anche in Italia le disposizione dell'Oms (già recepite dall'Unione Europea) che introdurrebbero anche nel nostro Paese le aberranti lezioni di gender e di scoperta del proprio corpo con invito alla masturbazione anche per bambini in età prescolare. Si tratta di proposte concrete, non di chiacchiere.
Per non parlare poi di utero in affitto. Se passasse il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, ha spiegato la Miria - no, il matrimonio tra persone con tendenza omosessuale verrebbe equiparato in tutto e per tutto a quello vero. Rimarrebbe solo un sigillo su un sentimento, venendo a man - care qualsiasi riferimento all'importanza per la società dell'apertura alla vita dei genitori.
A quel punto andrebbe riconosciuto anche ai coniugi omo - sessuali il diritto a procreare e quindi anche l'utero in affitto che nel nostro Paese non è consentito e proibisce al nascituro di conoscere il nome della donna che l'ha portato in grembo per nove mesi.
Capisco - ha detto la Miriano - il desiderio di paternità e maternità di chi sente una tendenza omosessuale, ma prima viene il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre e a crescere, possibilmente, insieme a loro. Non possiamo chiamare questa battaglia per la legittimazione del desiderio la battaglia per i diritti civili.
Emanuele Borghi