Eccomi qui in veste di Presidente diocesana. Mi sembra veramente strano, ma di fronte a diversi segni, ho detto il mio sì. A che cosa? Ad un lavoro di squadra. Veramente da sola, io non posso nulla. Insieme, noi e in ascolto della voce dello Spirito Santo, potremo avviare processi nella realtà di oggi, come chiede Papa Francesco, e avviarli con grande creatività, come ci ha suggerito Truffelli nell’incontro del 16 giugno. Credo sinceramente che un Presidente diocesano non possa tanto se opera da solo. La forza del Presidente sta nella Presidenza e, ancora, nel Consiglio diocesano e certamente nella vivacità di tutti gli associati.
Le parole che mi risuonano dentro e che vorrei che accompagnassero il nostro cammino sono:
Sinergia
Sì, sinergia perché è il gruppo che fa l’associazione e la sua forza sta nella condivisione e nella collaborazione. Un passo importante da compiere credo sia organizzare la squadra, una squadra ben amalgamata, responsabile, desiderosa di essere insieme al servizio della Chiesa e dell’uomo di oggi. Le parole del motto dell’Unione Europea, “uniti nella diversità”, potrebbero esprimere bene l’idea che la diversità è una ricchezza così come lo è l’unità! I talenti di ognuno, i diversi punti di vista, le idee differenti … sono un punto forza per creare un tutt’uno, costruito insieme! Papa Francesco il 30 aprile 2017 ha detto all’AC: «Non stancatevi di percorrere le strade attraverso le quali è possibile far crescere lo stile di un’autentica sinodalità, un modo di essere Popolo di Dio in cui ciascuno può contribuire a una lettura attenta, meditata, orante dei segni dei tempi, per comprendere e vivere la volontà di Dio, certi che l’azione dello Spirito Santo opera e fa nuove ogni giorno tutte le cose».
Ecco dunque la seconda parola:
Sostare
Per discernere, è necessario «sostare». Credo che come Consiglio diocesano di Ac e anche nelle nostre singole equipe, prima e accanto al tempo dell’«organizzare», ci debba essere quello della «sosta» che è prima di tutto «preghiera». Il Vescovo in un recente incontro con lui ci ha chiesto: “Azione Cattolica di Reggio, chi sei oggi?”. Per rispondere, occorre leggere la realtà alla luce della Parola per cogliere l’essenzialità del nostro essere. Questo esercizio di “leggere insieme” alla luce dello Spirito credo sia un punto di forza come associazione.
Sant’Ignazio di Loyola diceva: “Quando una particella d’acqua cade su una materia assorbente, vi entra «in modo dolce, delicato e soave»; mentre se finisce su una pietra, provoca «strepito e agitazione» (Esercizi spirituali, 335). Per discernere bene, scrive il gesuita Diego Fares, «bisogna uscire da sé, esporsi, coinvolgersi nel combattimento spirituale»; occorre «uscire dalle proprie idee, nelle quali io sono sempre il centro, verso le periferie dove la Carne ferita di Cristo ci commuove le viscere e, allora sì, si danno le mozioni affettive reali» nelle quali si può comprendere «quello che lo Spirito dice oggi alla Chiesa».
Strada
La strada dice bene il «farsi prossimi».
Il Vescovo ce lo ha chiesto: «Io qui vi affido è un compito missionario, l’evangelizzazione delle persone della vostra età o a voi affidate, attraverso i percorsi educativi che l’associazione presenta e che voi riuscite a individuare».
Il Papa ce lo ha chiesto: «Vi incoraggio a continuare ad essere un popolo di discepoli-missionari che vivono e testimoniano la gioia di sapere che il Signore ci ama di un amore infinito, e che insieme a Lui amano profondamente la storia in cui abitiamo … Date le caratteristiche del momento, l’apostolato deve essere il tratto distintivo ed è la zampa che si poggia per prima».
“Strada” nel senso di “stare in pista” con gli altri, aperti alla realtà che ci circonda cercando senza timore il dialogo con chi ci vive accanto, anche con chi la pensa diversamente. Come ci ha suggerito Papa Francesco il 30 aprile del 2017: «È nel dialogo che si può progettare un futuro condiviso. È attraverso il dialogo che costruiamo la pace, prendendoci cura di tutti e dialogando con tutti».
“Strada” nel senso di “stare in relazione” rispondendo alla domanda: “Dove sono i nostri fratelli e come possiamo essere custodi dei nostri fratelli?”, come ha suggerito Truffelli. Ogni nostra iniziativa deve partire da qui.
“Strada” nel senso di “stare collegati”, incontrare tutte le parrocchie dove esiste già l’AC, conoscere i vari presidenti, capire come lavorano le varie realtà e dove vogliono andare, quindi incontrare altre parrocchie per conoscerle e portare il nostro essere di AC …
Sguardo
Nell’oggi, uno “sguardo al futuro”, sognando insieme e lasciando tracce di Bene e, insieme, sguardo al passato, a chi ha camminato prima di noi e ci ha illuminato la via. Poter guardare all’oggi, a ieri e al domani è un grande dono.
Nell’oggi uno “sguardo profetico”, capace di riuscire a guardare lontano, oltre ciò che dicono gli eventi, e fare la differenza cogliendo «il non detto, il non ancora realizzato, la domanda di bene, di futuro che continua ad essere disatteso» (Luigi Alici, 19 novembre 2014).
Nell’oggi uno “sguardo coraggioso”, con la capacità di cambiare, di mettersi in gioco, abbandonando «il comodo criterio pastorale del “si è sempre fatto così”» (EG 33) come ci ha chiesto Papa Francesco.
Nell’oggi uno “sguardo aperto”, perché non esistono solo le nostre priorità, ma anche il cammino con tutte le altre realtà, Movimenti, Associazioni, ...
Grazie del vostro sì, un sì per tre anni, un’avvincente responsabilità condivisa in Azione Cattolica al servizio della Chiesa!
Sara Iotti