» La cronaca (Liliana Ragazzi)
» Le parole del Papa (Alberto Saccani - presidente diocesano di AC)
» La Festa dei Giovanissimi a Piazza del Popolo (Nena)
» Sul sagrato di San Pietro (Isabella Bonora)
» Un giorno da portafesta (Elisabetta, Marco, Daniele)
» Tutti in pullman (Megghi)
» Con l'ACR in Piazza di Siena (Irene Cortesi)
Se Piazza del Popolo potesse parlare, chissà cosa racconterebbe del pomeriggio di sabato 30 ottobre. Una piazza come questa non è certo nuova a folle oceaniche, visto che viene spesso scelta per concerti, comizi, spettacoli… ma qualcosa ci fa pensare che sabato 30 ottobre ci fosse qualcosa di diverso. Noi 320 giovanissimi di Reggio Emilia abbiamo raggiunto la Piazza in tempo per trovare posto e poter quindi assistere comodamente alla festa, mentre una fiumana continua di ragazzi continuava a riversarsi in Piazza da ogni dove, riempiendo lo scenario tutto intorno a noi. Ovunque si girasse lo sguardo, colori, cartelli con nomi di città e regioni, cori, comitive… i ragazzi erano increduli: “Ma quanta gente c’è?!”.
Non era facile con un’adesione tanto ampia riuscire a creare una festa adeguata alla situazione, ma lo staff nazionale AC ha davvero dato il massimo e ne è uscito un pomeriggio ricchissimo. Una festa tagliata per i giovani, con un mix di interventi da parte di ospiti esterni e personalità dell’AC, con balletti, band musicali, contributi video, interviste… il filone del pomeriggio è stato ancora una volta come trovare il “di più” nella propria vita, una sorta di passaggio dalle parole del Papa a uno spaccato più variegato della vita, attraverso diverse esperienze proposte. E così, dopo un’allegrissima animazione curata dal MSAC (che ci ha fatto ballare il Gioca Ac sulle note del Gioca Juer, con tutte le regioni d’Italia!), abbiamo assistito all’intervento della prima ospite: la ballerina Simona Atzori. I ragazzi, molto stanchi dal viaggio in pulman del giorno prima, quando hanno visto lo spessore dell’ospite, hanno inteso la sostanza del messaggio che passava, e si sono “collegati” con esso. Simona, ragazza milanese nata senza le braccia, è ora un’affermatissima pittrice e ballerina a livello internazionale. Le sue parole “Sono contenta di essere esattamente così, come Dio mi ha voluta, e non vorrei essere altrimenti” sono arrivate chiare e forti nel cuore di ognuno di noi, come una sorta di sveglia.
Così come anche le parole di incoraggiamento e ringraziamento del cantautore Roberto Vecchioni, non tanto conosciuto dai giovanissimi prima della festa, ma dopo sicuramente sì visto il successo riscosso per il “tifo” che ci ha fatto.. così come anche i discorsi di grande incitamento a favore del bene comune, pronunciati da don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, sostenuto dal contributo recitativo dell’attore Luca Zingaretti. Simpatico e di successo l’intervento del Ct della Nazionale Cesare Prandelli, che ha parlato agli educatori presenti, visto il parallelismo forte tra la figura dell’allenatore e quella dell’educatore.
A questi interventi si sono aggiunti tutti i momenti più distesi tra canzoni (tra cui quella presentata dal cantante dei Pquadro Pietro Napolano, ex-educatore AC), giochi, balli, interviste rimbalzate tra il palco e la folla… e come non citare l’Inno d’Italia, che ha scosso tutta la Piazza!
Cosa resta di un pomeriggio così? Sicuramente la ricchezza nel vedere tante vite portate avanti dal “di più” che è stato regalato in ciascuna di loro, vite anche “non comuni” cioè delle persone di spettacolo. Ma anche un messaggio che è passato probabilmente in modo implicito, di forte comunione tra tutte le regioni d’Italia, unite in un’unica piazza con un unico spirito, come faceva giustamente notare il Vicepresidente Giovani Marco Iasevoli al Ct Prandelli, “mentre negli stadi le tifoserie di due città arrivano alla violenza….” Una convivenza gioiosa che parlava da sola e ha fatto tanto bene nel cuore dei ragazzi! Anche se un po’ di orgoglio cittadino non basta mai… possiamo assicurarvi che il coro “Reggio Emilia batti le mani” non si è mai placato!! La festa si è conclusa in bellezza con una super benedizione di Mons. Sigalini che ci ha fatto rispondere alle invocazione saltando e gridando “Sì!”!
C’è di più? Sì!
Nena - Staff diocesano AcgAncora adesso, dopo 2 giorni dall’incontro del 30 ottobre ho ancora in mente il ritornello della canzone – colonna sonora della giornata "c’è di più, c’è di più, diventiamo grandi insieme, diamo luce a questo mondo…" e la cosa non è consueta, almeno per uno come me che ha passato da un po’ l’adolescenza… La verità è che l’entusiasmo, la carica e la partecipazione dei 100.000 ragazzi e giovanissimi mi ha contagiato e mi è rimasta dentro, insieme alla considerazione che non si è trattato di una festa fine a se stessa ma di un vero incontro fra amici. Sì perché il Papa che spesso i media dipingono come lontano dai giovani, intellettuale, troppo distaccato dalla realtà concreta, insomma troppo "tedesco" si è dimostrato invece di una straordinaria vicinanza e concretezza. Grazie al fatto che ai presidenti diocesani era stato riservato un posto sul sagrato ho avuto il privilegio di seguire da vicino il momento centrale dell’incontro dove un ragazzo, un giovanissimo ed un educatore a nome di tutti i partecipanti hanno posto una domanda a testa al S. Padre, e non si è trattato di domande "addomesticate" ma di questioni vere che vanno dritto al cuore dei problemi di questo tempo così come non sono state di circostanza le risposte di Benedetto XVI.
Santità, cosa significa diventare grandi? Cosa devo fare per crescere seguendo Gesù? Chi mi può aiutare? A queste domande, poste da un ragazzo dell’ACR, Benedetto XVI ha risposto ponendosi al suo stesso livello, ricordando la sua infanzia "Io, quando sono stato ragazzo, alla vostra età, nella mia classe ero uno dei più piccoli… ma volevo fare qualcosa di grande, di più nella mia vita, anche se non conoscevo questa parola "c’è di più". Entrando poi nel nucleo della domanda ha affermato: "Crescere in altezza implica questo "c’è di più". Ve lo dice il vostro cuore, che desidera avere tanti amici, che è contento quando si comporta bene, quando sa dare gioia al papà e alla mamma, ma soprattutto quando incontra un amico insuperabile, buonissimo e unico che è Gesù… E l’ACR è proprio parte di quel "di più", perché non siete soli a voler bene a Gesù - siete in tanti, lo vediamo anche questa mattina! - ma vi aiutate gli uni gli altri; perché non volete lasciare che nessun amico sia solo, ma a tutti volete dire forte che è bello avere Gesù come amico ed è bello essere amici di Gesù; ed è bello esserlo insieme, aiutati dai vostri genitori, sacerdoti, animatori! L’avventura della vita si affronta meglio insieme, non da soli, è questo il primo grande messaggio della giornata.
È poi venuta la domanda posta da una ragazza giovanissima che affronta il grande tema dell’amore: Santità, i nostri educatori dell’Azione Cattolica ci dicono che per diventare grandi occorre imparare ad amare, ma spesso noi ci perdiamo e soffriamo nelle nostre relazioni, nelle nostre amicizie, nei nostri primi amori. Ma cosa significa amare fino in fondo? Come possiamo imparare ad amare davvero?
Anche qui la risposta è stata toccante "Nell’adolescenza ci si ferma davanti allo specchio e ci si accorge che si sta cambiando. Ma fino a quando si continua a guardare se stessi, non si diventa mai grandi! Diventate grandi quando non permettete più allo specchio di essere l’unica verità di voi stessi, ma quando la lasciate dire a quelli che vi sono amici. Diventate grandi se siete capaci di fare della vostra vita un dono agli altri, non di cercare se stessi, ma di dare se stessi agli altri: questa è la scuola dell’amore." Ed ancora: " voi non potete e non dovete adattarvi ad un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sé e per gli altri, incapace di castità e di purezza. Questa non è libertà. Molto "amore" proposto dai media, in internet, non è amore, ma è egoismo, chiusura, vi dà l’illusione di un momento, ma non vi rende felici, non vi fa grandi" . È su questo brano che molti media hanno titolato il resoconto della giornata senza però considerare la parte propositiva che è venuta dopo: "Certo costa anche sacrificio vivere in modo vero l’amore - senza rinunce non si arriva a questa strada - ma sono sicuro che voi non avete paura della fatica di un amore impegnativo e autentico, È l’unico che, in fin dei conti, dà la vera gioia! C’è una prova che vi dice se il vostro amore sta crescendo bene: se non escludete dalla vostra vita gli altri, soprattutto i vostri amici che soffrono e sono soli, le persone in difficoltà, e se aprite il vostro cuore al grande Amico che è Gesù… Giovanissimi di Azione Cattolica, aspirate a mete grandi, perché Dio ve ne dà la forza. Il "di più" è essere ragazzi e giovanissimi che decidono di amare come Gesù, di essere protagonisti della propria vita, protagonisti nella Chiesa, testimoni della fede tra i vostri coetanei. Il "di più" è la formazione umana e cristiana che sperimentate in AC…"
Infine l’ultima questione posta da un educatore riguarda direttamente il cammino che la Chiesa si presta a compiere nel prossimo decennio dedicato alla "Sfida educativa": Santità, cosa significa oggi essere educatori? Come affrontare le difficoltà che incontriamo nel nostro servizio? E come fare in modo che siano tutti a prendersi cura del presente e del futuro delle nuove generazioni?
Riporto in sintesi la risposta: "Direi che essere educatori significa avere una gioia nel cuore e comunicarla a tutti per rendere bella e buona la vita; significa offrire ragioni e traguardi per il cammino della vita, offrire la bellezza della persona di Gesù e far innamorare di Lui… Quando aderite all’Azione Cattolica dite a voi stessi e a tutti che amate la Chiesa, che siete disposti ad essere corresponsabili con i Pastori della sua vita e della sua missione, in un’associazione che si spende per il bene delle persone, per i loro e vostri cammini di santità, per la vita delle comunità cristiane nella quotidianità della loro missione. Voi siete dei buoni educatori se sapete coinvolgere tutti per il bene dei più giovani. Non potete essere autosufficienti, ma dovete far sentire l’urgenza dell’educazione delle giovani generazioni a tutti i livelli." Occorre quindi coinvolgere nel progetto educativo dei giovani tutti coloro che incidono su di loro, a partire dai genitori per arrivare alla scuola, agli operatori del tempo libero e della comunicazione. L’esortazione finale ci ha dato poi la carica per continuare nelle nostre realtà locali.
"Abbiate il coraggio, vorrei dire l’audacia di non lasciare nessun ambiente privo di Gesù, della sua tenerezza che fate sperimentare a tutti, anche ai più bisognosi e abbandonati, con la vostra missione di educatori"
Ci proveremo Benedetto, puoi starne sicuro!
Alberto Saccani - Presidente Diocesano ACSe prima di sabato 30 ottobre mi avessero chiesto: "Quale persona famosa vorresti incontrare? A quale personaggio importante ti piacerebbe stare vicino?" io avrei pensato a Laura Pausini, a Zac Efron o a qualche altra celebrità dello spettacolo o della canzone. Invece… mi è stata offerta la possibilità di stare vicino al Papa sul sagrato di piazza San Pietro a rappresentare l’ACR di Reggio Emilia!
Nelle ore immediatamente precedenti l’incontro, erano ben più emozionati di me mia nonna, che voleva addirittura che baciassi Benedetto XVI e i miei genitori che mi facevano raccomandazioni di ogni tipo. Quando però mi sono trovata io, proprio io in persona così vicina al Papa ed ho visto tutta piazza s. Pietro colorata e piena di giovani, ho capito il significato del nostro motto: "C’è di più, c’è di più… ". Sì c’è davvero di più che un autografo di un cantante, sono altre le esperienze che fanno crescere veramente e sono ancora più belle, se vissute insieme a tanti altri ragazzi.
Io ho sempre saputo che il Papa rappresenta la presenza di Dio sulla terra, ma pensavo che fosse adatto ai grandi, lo percepivo lontano dalla mia realtà quotidiana, qualcuno troppo serio e inaccessibile per noi giovani. Invece Lui si è messo "nei nostri panni", ha ripercorso la sua infanzia ed è così riuscito ad entusiasmarmi, a coinvolgermi, perché rispondeva a quelli che sono i miei problemi di giovane del 2010 quasi che a parlare fosse un mio educatore.
Sentirsi dire certe cose dal Papa in persona… dà molta forza, infonde tanto coraggio, fa anche commuovere…
Tra i temi che Benedetto XVI ha trattato mi sono sentita coinvolta soprattutto da quello dell’amore. Il Papa mi ha fatto capire che anche a questo riguardo bisogna considerare il "c’è di più" rispetto a quanto presentano i media: l’amore è un donarsi per l’altro, e l’altro è non solo la persona che si ama, ma anche un amico, una persona in difficoltà, qualunque persona che mi chieda di mettere da parte i miei bisogni per ascoltare le sue necessità.
L’amore più grande poi è quello per Gesù, così grande che rende capace di trasformare anche la sofferenza e la morte in dono e grazia, come ha fatto Chiara Luce Badano, una giovane come me che ha vissuto in questo modo la malattia e che con il Papa abbiamo proclamato beata qualche settimana fa.
Parlando di amore vero non ho potuto non pensare a quello che ricevo dagli educatori e dai sacerdoti che mi guidano nella crescita, e sono per me e per tanti ragazzi un esempio alternativo ai modelli non sempre adatti che ci propongono le pubblicità e i media. Vedendo come loro seguono Gesù anche noi capiamo che possiamo fare lo stesso nella semplicità e nella gioia. Grazie Benedetto XVI, grazie ACR… e adesso davvero tutti insieme a "diamo luce" al nostro mondo.
Isabella Bonora - ACRVenerdì 29 Ottobre, stazione di Reggio Emilia: Marco, Daniele ed Elisabetta salgono sulla Freccia Rossa alle prime luci del mattino, con le facce un po’ assonnate ma desiderosi di partire. Direzione? Roma! Ma perché partire con un giorno di anticipo? Per essere PORTAFESTA!
Insieme a noi altri duecento giovani, provenienti da tutta Italia, hanno deciso di mettersi in gioco e di mettere il loro entusiasmo e la loro carica a servizio degli altri per rendere l’incontro nazionale dell’ACR e dell’ACG col Santo Padre più festoso e colorato!
Così venerdì pomeriggio ci siamo fatti una bella camminata per le strade di Roma e ci sono state date le indicazioni per il giorno seguente: noi avremmo dovuto accogliere i ragazzi a Villa Borghese e animare la festa dell’ACR in piazza di Siena.
La mattina del Sabato sveglia ad un orario improponibile e poi gambe in spalla! Dritti fino a Villa Borghese per gonfiare palloncini, tagliare nastri, appendere cartelloni… insomma con l’aiuto di tutti i volontari abbiamo colorato Roma e l’abbiamo preparata a ricevere l’ACR!
Poi, stanchi ma carichi come delle molle, ci siamo posizionati sulle strade, vestiti con una casacca gialla e con delle strane manone blu e nel giro di pochi minuti, da soli che eravamo, ci siamo ritrovati sommersi dai ragazzi che arrivavano pieni di gioia direttamente da S.Pietro, dove avevano incontrato il Papa!
Arrivavano a fiumi, correvano a battere il cinque sulle nostre manone, cantavano, gridavano a tutti la loro gioia…e noi con loro! Certo la strada era lunga e faticosa, ma nessuno si è arreso! Li abbiamo incoraggiati, spronati, confortati, abbiamo gridato i nomi delle loro diocesi, a volte li abbiamo semplicemente salutati, ad alcuni abbiamo chiesto com’era stato l’incontro col Papa e ad altri semplicemente dato indicazioni sui bagni! L’accoglienza è stato un momento bellissimo: ci siamo resi conto di quanto un sorriso, una parola buona o un semplice saluto possano trasformare la fatica in gioia! Il nostro compito era quello di portare la festa, la gioia, ma quello che abbiamo donato non è nulla in confronto a quello che abbiamo ricevuto da quel mare di ragazzi!
Poi la festa in piazza di Siena: noi portafesta avevamo i posti d’onore! Posizionati dietro le transenne con le nostre manone abbiamo ballato e cantato insieme ai ragazzi! C’era nell’aria una carica esplosiva, un entusiasmo straordinaro!
Noi purtroppo non abbiamo incontrato il Papa, ma possiamo affermare che anche nel fare il portafesta “C’E’ DI +” : la gioia che ricevi, i sorrisi, la carica, questo è il di + che ci ha donato il Signore, il di + che vogliamo testimoniare!
Elisabetta, Marco, DanieleQuando è stato il momento di scegliere i responsabili dei pullman mi è stato affidato il pullman 5. Protagonisti di questo le parrocchie di San Prospero di Correggio, San Polo, Bibbiano, Vezzano, Cavazzoli, Buon Pastore, Montalto, Gattatico.
Pensare di essere responsabile di 51 persone tra ragazzi ed educatori e gestire il viaggio, le soste in autogrill, gli spostamenti a Roma, il pernottamento, i percorsi tra le 100.000 persone in piazza san Pietro e piazza del popolo e tutti i possibili imprevisti; potrebbe sembrare una cosa gigantesca e spaventosa. Ed invece non lo è stata per niente!
Quanto è bello collaborare, sentire che tra educatori si parla la stessa lingua: uno porta il pane, l’altro ascolta il ragazzo che ha bisogno, l’altro ne porta uno in bagno, l’altro telefona ad un genitore, un altro carica zaini, l’altro sventola la bandiera e quell’altro porta il cartello del pullman. E collaborando si affrontano le ore, una dopo l’altra in maniera lineare ed organizzata; e anche le code interminabili in autostrada nel pomeriggio di venerdì o la stazione flaminia lentissima ad accoglierci sabato sera sono stati affrontati cantando, ballando e portando tanta pazienza! Condividere la responsabilità del pullman 5 con tutti gli educatori presenti su di esso è stato importante per me, vivere in Azione Cattolica è proprio questo: collaborare per il bene dei ragazzi a servizio della Chiesa.
È stata una bellissima esperienza di diocesanità, accolti dalla grande Azione Cattolica Italiana in una Roma stupenda! Tanto stanchi ma felici ringraziamo il Signore che ci dà forza.
MegghiL’esperienza appena vissuta a Roma è stata stupenda per noi educatori e credo possano dire la stessa cosa anche i bambini. Dopo aver ascoltato il Papa ci siamo diretti verso piazza di Siena dove si è svolta la festa dell’acr. Non si può immaginare il "fiume" di gente che da piazza san Pietro si spostava verso il luogo della festa, un’emozione enorme essere là, a far parte di quel fiume di gente, proveniente da tutt’Italia.
Dopo la lunga camminata siamo arrivati in piazza di Siena, piena di gente e di colori, qui abbiamo ballato, conosciuto varie persone, tra cui i vecchi e i nuovi responsabili dell’ACR e ascoltato il vescovo Sigalini (che per l’occasione si è presentato con la felpa dell’AC, in tema con l’occasione).
Insomma un’esperienza che è servita per noi educatori di Acr per caricarci e capire che facciamo parte di una bellissima famiglia, una giornata stancante ma altrettanto emozionante. Credo, allo stesso modo, sia stata una giornata emozionante e carica per i nostri bambini, che sono tornati a casa con qualcosa in più nel loro bagaglio di esperienze da condividere con gli amici nelle rispettive parrocchie e con la gioia di sentirsi parte di una grande associazione l’Azione Cattolica Ragazzi che li aiuta a "diventare grandi insieme".
Irene Cortesi equipe ACRVenerdì 20 ottobre siamo partiti in 30 da Campagnola per Roma con l'ACR di Reggio Emilia. Tanti nostri ragazzi non avevano mai visto Roma e il Papa e tanti ragazzi allegri e felici in una sola volta!
In Piazza S. Pietro la bellezza dei loro visi è una fotografia nel nostro cuore di educatori e l'allegria in Piazza del Popolo durante le canzoni, i balli e i tanti interventi una conferma che "C'è qualcosa di +".
Grazie all'ACR per averci accolto, grazie a tutti per questa splendida opportunità ma grazie Signore perchè Sei sempre vicino a Noi!
Stefania, Giorgia, Deanna.