Festincontro 2012
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ore 18.30 | Inaugurazione festa |
ore 18.45 | S. Messa presieduta da S.E. Mons. Adriano Caprioli Vescovo, concelebrata dai sacerdoti neo consacrati |
ore 20.00 | Ceniamo insieme |
ore 21.30 |
"Un giusto tra le nazioni: Odoardo Focherini dall'Azione Cattolica ai lager nazisti"
Presentazione della figura di Odoardo Focherini, futuro beato con la presenza della figlia Paolo Focherini, dei nipoti Maria Peri ricercatrice storicae Francesco Manicardi giornalista ed ex Consigliere diocesano AC, del testimone sopravvissuto ai lager Franco Varini Il dibattito sarà coordinato da Fabio Zavattaro giornalista e vaticanista del TG1 Rai.
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al termine | Preghiera di compieta.
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ore 10.00 | Inizio della grande Maratona di Beach Volley
con squadre miste di 4 componenti |
ore 19.00 | S. Messa presieduta dagli assistenti di A.C., animata dai Ragazzi dell'ACR |
ore 20.00 | Apertura ristorante |
ore 21.30 | Serata giovani: "Reggio's got talent"
Il primo talent-show diocesano di Reggio Emilia
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al termine | Preghiera di compieta. |
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ore 17.30 | Tavola rotonda "Famiglia e Festa: dopo Milano 2012 quali prospettive". Parteciperanno: Gianna Savaris vicepresidente nazionale forum famiglie, S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni Vescovo ausiliare di Reggio Emilia-Guastalla. Testimonianza di famiglie che hanno partecipato all'incontro mondiale. Il dibattivo sarà coordinato da Edoardo Tincani direttore de "La Libertà"
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ore 19.00 | La compagnia Pastori - Martinelli presenta lo spettacolo "Lazzaro, vieni dentro!" mistero allegro di Giampiero Pizzol. |
al termine | Preghiera di compieta. |
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ore 18.30 | S. Rosario e a seguire S. Messa presieduta dal parroco di Rivalta Don Luigi Giansoldati e concelebrata da Don Emilio Perin, Mons. Franco Ruffini e Dadre Paolo Poli, animata dal "Coro S. Maria - P. Remigio" |
ore 20.00 | apertura Ristorante. |
ore 21.30 | Commedia dialettale "Drif o draf (ag saltom fora)" rappresentata dall'Associazione Teatro della casca" |
al termine | Preghiera di compieta. |
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La figura del futuro beato, già presidente di Ac nella diocesi di Carpi, presentata da Fabio Zavattaro, da un compagno di lager e da due nipoti
Odoardo Focherini: la santità vissuta in Ac, famiglia, lavoro e solidarietà fino al martirio
Parcheggiare l’auto nei campi intorno alla chiesa di Rivalta, la sera inaugurale del Festincontro in tour, è una chiara avvisaglia che la kermesse di Ac, favorita dal clima, “regge” anche in tempi di crisi, terremoti e… feste concomitanti, come quella, affollatissima, della vicina San Rigo.
Rivalta è la prima tappa di un “tour” che sembra partito col piede giusto. La parrocchia di via Ghiarda ha spazi aperti e coperti, giochi per i bambini, un vero terreno da calcio e una pista da basket con le sedie per seguire comodamente le conferenze.
Tra l’altro, la sera di venerdì 15 giugno si parla di un personaggio “di casa”, un martire dei lager con l’Azione Cattolica nel cuore, Odoardo Focherini; di genitori trentini, ma nato e vissuto a Carpi, la cittadina a cui oggi, dopo le scosse sismiche del mese scorso, tutt’Italia si sente più vicina. Un araldo della santità in famiglia (marito affettuoso di Maria Marchesi e padre di 7 figli), nel lavoro (assicuratore e giornalista, nonché amministratore de L’Avvenire d’Italia), nel volontariato (Ac, scout, Unitalsi, San Vincenzo…) e nel salvataggio di un centinaio di ebrei durante l’ultimo conflitto mondiale. L’autorizzazione a promulgare il decreto sul suo martirio in odium fidei è stata firmata il 10 maggio scorso da Papa Ratzinger.
Sono quasi le dieci quando il notissimo vaticanista Fabio Zavattaro prende per mano un pubblico folto, attento e non privo di venti-trentenni, e per un’ora lo fa immergere nell’ascolto di una storia commovente, fra brani e racconti sulla vita di quell’uomo “eccezionale nell’ordinarietà”, Odoardo, o Edoardo, come ancora ogni tanto lo evoca, settant’anni dopo, l’amico Franco Varini.
Varini è l’unico testimone diretto che interviene dal palco. Paola Focherini, ultima dei figli dell’imminente Beato e presente tra il pubblico, concederà una battuta solo per la tv diocesana, raccontando la non facile condizione in cui la sua famiglia si è trovata per l’abnegazione vissuta dal padre fino al dono della vita.
“Odoardo per me è stato come un padre, mi ha preso sotto la sua protezione, mi chiamava ‘topolino’.
Quando l’ho conosciuto, nel campo di concentramento di Fossoli, io avevo 17 anni e lui 37. Da quel momento mi ha sempre incoraggiato: vedrai che andiamo a casa!”. Inizia così il racconto di Varini, che cita ed elogia più volte anche Teresio Olivelli, un altro martire dei lager, l’autore della famosissima Preghiera del Ribelle; e non di rado, anche mentre ripercorre la disumanità del campo di Flossenbürg, tra Norimberga e Praga, sdrammatizza con battute tra memoria ed attualità.
Fra i tanti aneddoti del periodo di prigionia, Varini ne ricorda uno dei meno noti: Focherini si prese in carico e riuscì a far sopravvivere in clandestinità un internato che era riuscito a sfuggire ad una rappresaglia interna al campo riparandosi nella baracca del fieno. Lui, con sette figli da sfamare a casa e più di 100 ebrei già mandati in Svizzera (da Modena a Milano e a Cernobbio), fu l’unico depositario di quel segreto e continuò a rischiare la vita, anche da detenuto, per aiutare il prossimo.
Due nipoti, poi, completano la figura di Focherini attraverso le storie riportate loro dai parenti. Francesco Manicardi aggiunge particolari ad una biografia già ricca e fuori del comune (si veda La Libertà, 26 maggio, pag. 4; per una biografia completa, si veda Giorgio Vecchio, Un Giusto fra le Nazioni: Odoardo Focherini - 1907-1944 - Edb 2012): il nonno, dice, amava la montagna dei genitori, la Val di Sole, e fu lui a realizzare la piccola cappella sul Vioz. Era appassionato di bici e di esperanto, con grandi attitudini comunicative. Da ragazzo era talmente vivace che la madre (“adottiva”; il padre era rimasto vedovo della prima moglie quando Odoardo aveva due anni) lo raccomandò a Zeno Saltini, il futuro fondatore di Nomadelfia, promettendogli in cambio un piatto di cappelletti.
È sempre Manicardi a leggere alcune delle lettere indirizzate da Focherini alla sposa dai diversi luoghi di costrizione.
A sua volta, Maria Peri, quindicesima nipote del futuro Beato, spiega, da storica e ricercatrice, tutti i passi che portarono Focherini a compromettersi per salvare la vita ad un numero crescente di ebrei. Il primo, Giacomo, lo assunse a L’Avvenire d’Italia appena nel 1939 furono promulgate le leggi razziali.
Poi iniziò ad indirizzarne altri in Spagna, con falsi certificati di battesimo ottenuti grazie all’amico don Dante Sala. La “rete” clandestina divenne sempre più estesa e raffinata: una scelta condivisa con la moglie, ma vieppiù pericolosa. Fino alla mattina di quell’11 marzo 1944 in cui, mentre all’ospedale poneva in salvo l’ennesimo ebreo, Enrico Donati, Focherini fu arrestato dai fascisti e tradotto in questura a Modena. Non sarebbe più tornato a casa, da Maria e dai suoi amati figli.
La mostra su Focherini allestita al Festincontro, curata dalla professoressa carpigiana Margherita Catellani, è prenotabile in parrocchia contattando l’Ac.
“Tanto più cresceva l’emergenza, tanto meno si chiuse nel suo orticello”. In questa frase, pronunciata dalla nipote, si coglie la cifra della santità di Odoardo Focherini. Un insegnamento validissimo per i cristiani e gli uomini del nostro tempo, tentati di barricarsi nella sfiducia o nell’indifferenza di fronte al “crescere delle emergenze”. L’Amore non si volta dall’altra parte: sa soccorrere, includere, perdonare.
Edoardo Tincani
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L’esibizione di nove talenti veri del canto, della danza e del divertimento
Reggio’s got talent: uno spettacolo!
L’avevano sognata da tempo, i giovani dell’Azione Cattolica di Reggio Emilia, e finalmente la loro intuizione è diventata una realtà. Sabato 16 giugno, all’interno del Festincontro, si è assistito ad uno spettacolo assolutamente unico: il Reggio’s got talent. Rifacendosi ai più famosi “Britain’s got talent” e al remake nostrano “Italian’s got talent”, l’équipe Acg ha emanato un bando di concorso diretto ai giovani della diocesi dando loro la possibilità di esibire il proprio talento, di qualsiasi tipo, in qualsiasi campo.
Unica condizione: avere almeno 17 anni e non superare gli 8 minuti di esibizione.
Hanno risposto in nove ed è così nato il copione di una serata ricchissima e condita da “numeri” diversi tra loro ma tutti egualmente attraenti: gli “Atupertu” di Rivalta, con un mix scoppiettante di balli d’animazione; Luca Accorsi, poeta dialettale che ha fatto apprezzare l’aspetto comico e anche più intenso del dialetto; Annalisa Ferranini, soprano, che ha offerto un’esibizione di altissimo livello di canto lirico; Alessio, ballerino scatenato di hip hop; i ragazzi del Pievolo Staff, con il loro impareggiabile “Vaca Vaca”, remake contadino del noto “Waka Waka” di Shakira; le “Tre civette sul comò”, con il piacevolissimo canto a cappella in stile “Trio lescano”; Francesco Borghi, detto “Il socio”, con un incredibile numero di freestyle che ha lasciato tutti a bocca aperta; Federico e Matteo, nei divertentissimi “Ale&Franz”; e gli animatori di Budrio-Canolo- Fosdondo di Correggio, in una carrellata irresistibile di balli dance e di gruppo.
Ogni numero è stato valutato da una giuria di qualità, presieduta da Gabriele Festa di Hope Music School, responsabile di consegnare la borsa di studio (una settimana di formazione presso la Hope Music School a Roma). Anche il voto del pubblico ha fatto media con quello della giuria; non per niente l’organizzazione aveva dotato la numerosa folla di fischietti per permettere a tutti di farsi sentire!
Al termine, mentre la giuria si ritirava per deliberare, l’omaggio musicale degli artisti per i terremotati della diocesi e delle vicine diocesi di Carpi, Modena, Ferrara, Mantova: la canzone “Domani”, cantata a più voci e impreziosita dal freestyle del Socio dedicato agli emiliani.
Una serata ricca di gustoso spettacolo, che ha dimostrato al pubblico numeroso accorso da ogni parte della diocesi come ci si possa intrattenere in modo sano con le più diverse espressioni artistiche, e che a volte non servono grandi nomi per fare una grande serata, ma ragazzi in gamba con voglia di mettere in gioco i propri talenti!
E i vincitori? Il premio della Critica è andato alle “Tre civette sul comò”, la borsa di studio a Federico&Matteo e il vincitore a furor di popolo della serata è stato Francesco Borghi detto “Il Socio”. In bocca al lupo ragazzi!
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La “restituzione” diocesana dell’Incontro mondiale di Milano col Papa
La famiglia sia testimone della festa
A due settimane dal 7° Incontro mondiale delle famiglie l’eco delle parole di Benedetto XVI è ancora forte e nitida. Se ne ha una prova nel “Dopo Family” di domenica 17 giugno al Festincontro, in una zona ombreggiata a lato della chiesa. È una specie di “restituzione”, sul tema della festa, di quanto circa 500 reggiani hanno vissuto a Milano.
Inizia Gianna Savaris, vicepresidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, che dopo il saluto del presidente diocesano di Ac Alberto Saccani, offre una riflessione sulla domenica come tempo della gratuità. Abbiamo il compito di testimoniare la festa, dice, evitando l’appiattimento sul presente.
Il senso della festa sembra evaporare, nel momento in cui il tempo diventa il nostro padrone e i giovani riempiono il “tempo libero” di frenesia, di alcol e sostanze, di non-luoghi d’incontro, come i centri commerciali, “cattedrali” moderne in cui l’omologazione spinge a trovarsi senza parlare. È in atto, spiega, una rivoluzione antropologica, che corrompe il senso della festa: occorre invece riconquistare i segni della tradizione, riscoprendo la bellezza di fare le cose per gli altri (o per l’Altro) e il giusto valore del riposo. Anche la liturgia domenicale dev’essere una bella festa, che si vive come famiglia, coltivando relazioni significative.
Il Vescovo Ausiliare Lorenzo Ghizzoni presenta poi una breve catechesi sui significati della festa, partendo dalla cultura ebraica del sabato, per arrivare al senso cristiano della domenica e al volto missionario delle comunità. La Bibbia ci presenta la festa come comando e come dono, come giorno da santificare, ma pure come libertà dal lavoro. “Il lavoro non è un assoluto”, afferma l’Ausiliare, “il riposo invece sì”, anche per la sua valenza escatologica, che anticipa il tempo in cui saremo nella pienezza del Signore. Creazione e redenzione, in quest’ottica, sono due dimensioni da recuperare, per evitare che la domenica venga occupata da mille cose e ci sia sottratto il tempo per la preghiera, la condivisione e la solidarietà.
No, infine, ad una domenica trascorsa a letto per smaltire le sbornie del weekend o come mera evasione dalla realtà: su questi aspetti una famiglia cristiana è chiamata a differenziarsi, a mostrare stili di vita differenti.
Si passa poi alle testimonianze di Teresa e Francesco Chiessi, di Elena e Paolo Burani e di Tommaso Ricchetti. Tutti con alle spalle una o più Gmg, sono tornati entusiasti dall’incontro col Papa, che ha invitato le famiglie cristiane ad “irradiare” la bellezza del Vangelo con la forza dell’amore e della fedeltà. Il segreto, dirà l’Ausiliare alla fine, è che le famiglie, nelle loro diverse età e fasi di vita, continuino a formarsi in parrocchia, in modo da non esaurire la spinta propulsiva del sacramento matrimoniale.
E don Angelo Orlandini, concludendo, ricorda le parole del Papa, che invita parrocchie e diocesi ad accompagnare le famiglie ferite e le persone in situazione coniugale irregolare.
La “festa” di tante coppie cristiane è custodita in un amore accogliente, “per sempre”, in cui umano e divino si fondono indissolubilmente.
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