Nella nostra quotidiana esperienza di vita ci sono tempi attesi come rigeneranti.
Spesso ci immaginiamo pure in qualche luogo che sappiamo essere rinfrancante. E vogliamo parlare del rincuorante pensiero, magari dopo una lunga passeggiata, di una tavola imbandita?
Poi in realtà scopriamo che ciò che genera e ri-genera davvero non è quello che teniamo per noi: ciò che scegliamo di donare con e per gli altri ricarica continuamente la nostra vita.
Vogliamo partire da questa prospettiva per suggerire a ciascuno, la ricchezza della “vitamina AC” le cui grandi proprietà sono sconosciute ai più!
Ricàricati nella tua personale esperienza d’incontro con il Signore che l’Ac continua a suggerirti come l’essenziale per una vita felice.
Ricàricati nel confronto e nella responsabilità condivisa insieme ai tuoi compagni di viaggio.
Ricàricati nel servizio donato gratuitamente, senza trattenerti nell’offrire quello che sei.
Ricàricati cercando continuamente il luogo, il tempo, l’iniziativa che garantiscano alle tue pile di non essere troppo scariche.
Ricàricati alla Gioia del Vangelo, e ricaricàti alla Gioia dei fratelli che già fanno strada con te e che inviterai a farne parte.
Insieme, non potremo che sentirci sempre… in carica!
Siamo continuamente Ricaricàti da questa lunga storia lunga ormai 150 anni! Quel “sogno nato dal cuore di due giovani” continua ancor oggi ad alimentare la nostra passione per le persone, per la Chiesa e per il mondo, a essere una “corrente continua” di Grazia per le nostre comunità.
Come l’avviamento delle nostre auto, anche il “motore” di ciascuno ha bisogno, a volte, di una batteria super carica, così come ne ha bisogno il motore della vita associativa e comunitaria delle nostre diocesi e parrocchie: senza quella carica rischiamo di rimanere “fermi”, di non partire, nonostante le tante sollecitazioni di papa Francesco all’uscita!
Vorremo poter essere per i Ragazzi, i Giovani e gli Adulti della nostra Ac e per quanti cercano nel quotidiano, trovandosi con le pile scariche, un “fuori programma”, una moderna colonnina di ricarica: un tempo e un luogo accogliente, che sa rigenerare e non dimentica di accompagnare.
Partiamo ciascuno con una batteria carica al 150%… doniamo quanto abbiamo, gratuitamente, generosamente: e qualunque sia la nostra carica, messa nelle mani del “Trasformatore” sarà quanto basta e quanto serve per il cammino insieme.
Dopo esserci impegnati a custodire la memoria della nostra storia di fedeltà a Dio e all'uomo, nel secondo anno del triennio associativo, desideriamo renderci disponibili a generare ovvero «apprendere la virtù; dell'incontro» (Vittorio Bachelet), accogliere l'invito a primerear (prendere l'iniziativa) e ad uscire fuori da sé; per farsi prossimi e accompagnare i passaggi dell'esistenza di ciascuno curandone la vita spirituale.
Per realizzare tutto ciò «Di una cosa sola c'è; bisogno»: ascoltare e tradurre in vita la Sua Parola, trovare il giusto equilibrio, occuparsi e non preoccuparsi per lasciare spazio all'ascolto e all'accoglienza dell'altro. Il Signore ci invita dunque a guardarlo negli occhi (così come fa Maria nella rappresentazione di Alessandra Cimatoribus scelta per il manifesto unitario di quest'anno), a prestare attenzione alla Sua Parola e al contempo ai bisogni degli altri, a «passare dall'affanno di ciò che devo fare per Lui, allo stupore di ciò che lui fa per me» (P. Ermes Ronchi).
Questo è vero più che mai anche per i bambini e i ragazzi che nell'intimità della cucina, cuore della casa (e centro del manifesto ACR del prossimo anno a firma di Virginia Chiabotti), sperimenteranno l'importanza dell'amalgamare bene gli ingredienti per preparare e gustare piatti prelibati in modo corretto e con i giusti tempi. Solo così; ciascuno potrà sperimentare e vivere la bellezza di dire “Ci prendo gusto” nello stare con il Signore, nel rendere più buona la propria vita, nel prendersi cura di quella degli altri. Cucinare diventa allora il compito di chi ri-genera ogni giorno alla vita, non tanto perché sostiene il fisico con i nutrimenti (che permettono di sopravvivere), quanto più perché prosegue l'atto di amore che ha dato inizio all'esistenza e che chiede di essere rinnovato, moltiplicando le tavole imbandite, perché ogni vita sia essenza di gioia piena.