Domenica 21 dicembre si è tenuto, presso i locali della parrocchia di Sesso, l'incontro di Avvento per adulti organizzato dall'Azione Cattolica diocesana per la zona nord del Vicariato Urbano.
A tenere l'incontro è stato don Giordano Goccini che ha voluto sottolineare come proprio in questo periodo dell'anno noi rischiamo di venire risucchiati dal clima frenetico e caotico che ruota intorno ai preparativi delle feste. Si è cercato quindi, con questo incontro, di tornare al senso originario del Natale partendo direttamente dalla sacra Scrittura che ne è la fonte primitiva e originale.
Don Giordano ci ha ricordato come in realtà alle Scritture non interessi il Natale, ma interessi prima di tutto la Pasqua. Quando la Chiesa inizia a riflettere sul Natale lo fa partendo dal mistero della Pasqua, le stesse prime comunità cristiane incominciano ad interrogarsi sul Natale partendo dall'avvenimento pasquale e quindi dalla morte e risurrezione di Gesù. Anche noi, tutt'oggi, celebriamo il Natale con la Messa della notte del 25 dicembre che altro non è se non il memoriale della morte e risurrezione di nostro Signore. Tornando alle Scritture è stato sottolineato che solo nei Vangeli di Luca e di Matteo sono presenti alcuni racconti che parlano proprio del periodo inerente alla nascita di Gesù, ma i due evangelisti, nel descrivere questi avvenimenti, hanno due punti di vista molto diversi. Luca parla del Natale guardandolo con gli occhi di Maria (annunciazione a Maria, visita a Elisabetta, ecc.) e fa della nascita di Gesù un avvenimento rivoluzionario che porta scompiglio nel mondo e ne ribalta completamente i valori (i poveri, coloro che meno contano agli occhi degli uomini, in realtà sono i più vicini e i più cari al Signore, sono coloro a cui il bambino Gesù per primo si rivela). Matteo legge il Natale con gli occhi di Giuseppe (l'angelo in sogno a Giuseppe che lo incoraggia a prendere in sposa Maria e poi lo avverte delle intenzioni di re Erode, ecc.) e vede questa nascita come il realizzarsi del Regno di Dio, preparato e annunziato fin dall'Antico testamento.
Don Giordano si sofferma in particolar modo sulla lettura di tre canti che proprio in queste pagine del Vangelo vengono citati e cioè il Benedictus, il Magnificat e il Nunc Dimittis, tre canti che tutt'oggi scandiscono i momenti della giornata nelle Lodi, nei Vespri e nella Compieta. Siamo stati invitati a riflettere sul fatto che dobbiamo accostarci alla lettura della Parola (non solo a quella inerente il Natale) con gli occhi non inquinati da anni e anni di predicazione, dobbiamo tornare ai testi e alle fonti senza il bisogno di capire tutto, ma con il gusto di assaporare ciò che si legge. Attraverso la lettura della Parola noi capiamo che Dio opera nelle pieghe della storia, interviene nella storia perché semina nella storia, fino ad arrivare a mettere nella storia suo Figlio e soprattutto Dio interviene in ciò che nella storia è calpestato ed inutile.
Don Giordano conclude lanciando come spunti per la riflessione personale le seguenti domande: ma che cosa sta seminando Dio nella mia vita? dov'è il deserto della mia vita dove Dio semina qualcosa di nuovo? dove Dio semina nella mia sterilità?