È stato davvero come scoprire un mondo parallelo e per molti versi sconosciuto e fonte di molte preoccupazioni per il nostro futuro l’incontro avuto lunedì 28 ottobre con Matteo Iori. Forte dell’esperienza del Centro Sociale Papa Giovanni XXIII che dal 2000 si occupa della problematica del gioco d’azzardo e che da quest'anno ha aperto la Comunità Terapeutica “Pluto”, unica struttura in Italia aperta 365 gironi all'anno per accogliere giocatori compulsivi.
Per definire con precisione i contenuti la relazione è partita dalla definizione di cosa è il gioco d'azzardo come definito dal TULPS (Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza del 1931!), cioè: “dove il risultato del gioco dipenda totalmente o in modo prevalente dalla fortuna rispetto all’abilità, e dove su questo risultato si scommettono soldi, vi è gioco d’azzardo”. I legislatori hanno ritenuto che questi tipi di giochi dovessero essere vietati dalla legge. Quindi il gioco d’azzardo è tuttora vietato a parte le deroghe espressamente concesse dal legislatore.
Il problema è che negli ultimi anni di queste deroghe ne sono state concesse molte e da governi di ogni colore arrivando così all’assurdo che se gioco 10 € a briscola sono fuori legge anche se sono nello stesso bar in cui posso perderne 500€ “legalmente” alla slot machine.
Il fenomeno è quindi progressivamente dilagato negli ultimi 10 anni, nonostante la crisi economica montante, come testimoniato dal diluvio di dati forniti e che cito solo in parte: nel solo 2012 sono stati giocati 88,5 miliardi di € (a fronte dei 24,8 miliardi del 2004), di questi 18,4 miliardi sono stati persi (cioè non sono stati restituiti in vincite) che rappresenta il 4.4% di perdite del mondo mentre la popolazione italiana è solo l’1% mondiale! Senza dubbio quindi l’Italia è il paese ove si gioca di più in assoluto. Purtroppo i dati ufficiali dei Monopoli di Stato, divisi per singoli giochi e singole regioni, sono ancora fermi ai primi 10 mesi del 2012. E probabilmente non saranno più resi noti, infatti da quanto ha dichiarato un dirigente dei Monopoli di Stato l’11 aprile 2013 il non dare i dati complessivi di gioco: «Ci aiuta a smontare i luoghi comuni».
Analizzando le varie regioni si va da una spesa media di 2100 euro a testa per adulto a 1100 dall'Abruzzo alla Basilicata. Il giocato va per il 55% speso nelle slot e videolottery, il resto nel lotto, scommesse, gratta e vinci, giochi online (16%), ecc.
Ma come sono distribuiti i premi? Pochissimi sono i premi alti e moltissimi i premi bassi, per esempio nel gratta e vinci “Il miliardario” su un valore di 80 milioni di biglietti venduti solo 1 milione è stato distribuito in premi superiori ai 500€ e solo il 3% dei biglietti fa vincere più di 10€ mentre il 35% dà premi di 5 e 10€. Questa distribuzione dei premi fa si che sia relativamente facile vincere 5 o 10 €, che poi non è altro che l’equivalente di quanto si è speso, dando così l’impressione di avere la fortuna a portata di mano senza aver speso niente.
Quindi il giocatore non ci guadagna ma lo stato almeno ci guadagna? Nemmeno! Se nel 2004 i ricavi per lo stato corrispondevano al 30% del giocato, nel 2012 allo stato va solo il 9%, meno dell'iva sugli alimenti! Questo perché i nuovi giochi introdotti hanno una tassazione bassissima, il casinò on line addirittura meno dell'1% la videolottery il 3% mentre il pane ha un'Iva del 4%! Il gettito quindi rimane praticamente costante solo perché aumenta il volume delle giocate.
A conti fatti da un lato la politica ha proposto negli anni sempre più giochi, con minori ricavi per lo Stato…Da un altro lato non ha fatto quasi nulla sulla prevenzione e sul trattamento della patologia.
In questo gioco quindi l’unico attore che ci guadagna veramente è l’industria dell’azzardo che nel 2012 ha introitato il 10,5 % del volume giocato (a fronte di un 9% in tasse ed il resto distribuito in premi).
Lo stesso Ministro Balduzzi parlò di una forte lobby sul gioco d’azzardo che ostacolò la sua legge.
Ma veniamo all’aspetto che ci interessa di più, ovvero l’impatto educativo che tale diffusione dell’azzardo ha su tutti noi e soprattutto sui più piccoli. Già Adam Smith, il primo economista della storia, nel diciottesimo secolo scriveva “Non è mai esistita, e mai esisterà al mondo, una lotteria perfettamente equa” aggiungendo che “nessun uomo, per quanto sano, è immune dall’assurda fiducia nella propria fortuna”.
Ecco quindi che siamo bombardati da messaggi invitanti: la tua vita può cambiare in pochi minuti, potrai finalmente realizzare tutti i tuoi sogni, abbandonare il lavoro stressante, o tranquillamente farne a meno: a chi non “piace vincere facile?”. Tutto ciò porta a farci pensare che la competenza, il sacrificio, la dedizione al lavoro, l’intelligenza e la preparazione sono inutili visto che con un po’ di fortuna tutto si può avere gratis!
L'industria dell’azzardo fa forza sul fatto che i giochi sono progettati cosi, cioè danno l'illusione di andare vicini alla vincita: gratta e vinci e slot-machine per il 57% delle volte mostrano combinazioni perdenti per un solo numero rafforzando quindi l'idea di essere vicini alla fortuna.
Ci sono pubblicità di giochi vietati a i minorenni (il gratta e vinci) anche nei canali per bambini tipo Rai Yoyo: il canale che si auto pubblicizza come vietato ai maggiorenni! Sui siti internet per ragazzi vi sono link che offrono giocate gratis per invogliare i ragazzi a provarci, se poi inviti a giocare anche gli amici accumuli ulteriori bonus da spendere. Non basta, nelle sale giochi, negli spazi riservati ai bambini ci sono le ticket redemption, macchinette del tutto simili alle slot-machine (vedi immagine a lato) dove si vincono punti la cui somma consente di ritirare premi che vanno dai pupazzetti fino all'i-pad: formalmente è legale, non si vincono soldi, ma ti inducono una propensione al gioco e al rischio fino da tenera età.
Anche i giornali contribuiscono a questa pubblicità dando periodicamente notizia delle fantastiche vincite del fortunato di turno, quello però che non viene mai sottolineato è che queste vincite favolose sono il frutto delle perdite di tutti gli altri giocatori
Da una indagine condotta dal CNR nelle scuole medi superiori risulta che Il 47% degli studenti ha giocato almeno una volta all’anno(due anni fa era il 40%), mentre l’11% ha un gioco eccessivo.
Nel 2009 l’AAMS(Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) ha lanciato nelle scuole superiori “l'iniziativa di prevenzione "Giovani & Gioco", con cui ha voluto sensibilizzare i ragazzi non ancora maggiorenni sui rischi del Gioco Patologico” (Dal sito AAMS) raggiungendo circa 70.000 studenti. In realtà si trattava di una presentazione accompagnata da un questionario in cui di fatto si spingevano i ragazzi a giocare “responsabilmente” altrimenti sarebbero rimasti, cito testualmente dalla presentazione,“bacchettoni,rigidi come ghiaccioli”. Tale iniziativa è stata subito ritirata dopo interrogazione parlamentare.
In altri paesi europei, seppure si giochi meno che in Italia, la patologia del gioco è riconosciuta. Ad esempio in Francia, Spagna, Svizzera, Germania, Stati Uniti, il gioco d’azzardo patologico (GAP) è considerato un malattia e il recupero è sostenuto dallo Stato; in Italia, nonostante quanto detto sopra, no! Solo recentemente il GAP è stato riconosciuto fra i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) del SSN, ma non finanziato.
Tutto ciò però non deve indurci a gettare la spugna: sotto la pressione di comitati ed associazioni varie sempre più regioni e comuni stanno adottando regolamenti che cercano di limitare la diffusione delle slot (per quanto possibile e consentito dalle leggi nazionali) e soprattutto sta anche a noi darci da fare premiando i gestori “virtuosi” dei locali pubblici e diffondere queste notizie per aumentare la consapevolezza di tutti.
Alberto Saccani