Si è svolto sabato 16 febbraio nell'arco dell'intera giornata il ritiro diocesano degli adulti di Azione Cattolica. Ci ha guidato nelle due meditazioni e nell’omelia della messa di mezzogiorno mons. Giacomo Morandi vicario generale della diocesi di Modena - Nonantola. Il filo conduttore della giornata era il nostro cammino di fede, alla luce di come è stato il rapporto di Gesù con gli apostoli e con le persone che ha incontrato. Il Vangelo di riferimento era quello di Giovanni, in particolare l’incontro con Giovanni il Battista (Gv 1, 19-34), la chiamata dei primi discepoli (Gv 1, 35-42) e la figura di Nicodemo, nell'incontro notturno con Gesù (Gv 3, 1-21) Una tappa fondamentale del proprio cammino di fede è il sacramento della Riconciliazione, perché senza il Signore che ci è accanto noi non possediamo nessuna virtù. Per questo motivo durante la giornata di ritiro è stato possibile accostarsi a questo sacramento, grazie a don Giacomo, don Gabriele Valli e don Davide Poletti. Un momento importante e necessario per potersi di nuovo incontrare con Dio che è Padre.
Infatti se non togliamo gli ostacoli, il nostro peccato che ci distrugge, Dio non ci può raggiungere. Che cos'è il cammino di Fede se non "aprire un canale perché Dio ci possa raggiungere con la sua grazia"? Noi siamo preziosi agli occhi di Dio, la storia della salvezza ci dice che siamo tutti dei "ricercati" (“Adamo dove sei?” Chiede Dio nella Genesi dopo che Adamo si era nascosto a causa della sua disobbedienza). E siamo ricercati non perché siamo i migliori ma perché miserabili. Ciò che impedisce a Dio di cercarci è la nostra autosufficienza.
Quattro verbi sono fondamentali per evidenziare un cammino di fede; sono i quattro verbi che vengono evidenziati durante la chiamata dei primi discepoli: seguire, andare, vedere e stare (Gv 1, 39). Sono verbi che evidenziano un cammino concreto di fede. Seguire e stare con Gesù è allora una esperienza di gioia (come alle nozze di Cana): la nostra fede allora è gioiosa? Attenzione però: la gioia non è una assenza della prova, ma la certezza di una presenza, l'Emmanuele. La gioia non è quindi il mero piacere, ma qualcosa di più alto: “Il cristianesimo non è facile ma è felice” diceva Paolo VI.
Nel dialogo con Nicodemo Gesù porta il confronto ad un livello più alto: non basta la buona volontà nel cammino di fede, ma è necessario accogliere un dono che ci trasforma (Rm 8). Mettiamo allora lo Spirito Santo al centro della nostra spiritualità? Possiamo respirare con un solo polmone? Se noi accogliamo il dono dello Spirito, aprendo un canale perché Dio possa raggiungerci spostiamo il baricentro. Non siamo più noi al centro, ma Dio: il peccato è voler controllare Dio. Questo ci destabilizza (noi vogliamo controllare tutto), ma permette alla nostra vocazione di rivelarsi. Siamo quindi aperti all'azione di Dio nella nostra vita?
Un ritiro che ci ha fatto riflettere e ci ha fatto interrogare sul nostro cammino di fede, quanto sappiamo fidarci dell'opera di Dio in noi. Iniziamo allora la Quaresima lasciandoci ricercare da Dio Padre, per arrivare alla Pasqua pronti a riscoprire Gesù che muore e risorge.
Andrea Cavazzoni
P.S. Per chi è interessato i CD della registrazione di tutte le meditazioni e dell’omelia sono prenotabili presso l’ufficio di AC