Come Azione Cattolica volevamo essere presenti all’ultima udienza del nostro Papa Benedetto XVI mercoledì 27 febbraio in piazza San Pietro. Il nostro pullman è davvero di Ac: persone di tutte le età e di tante situazioni diverse: famiglie al completo, gruppetti di giovani, dai signori di una certa età ai ragazzi che avevano saltato la scuola, dai sacerdoti (il nostro assistente don Gabriele Valli, don Francesco Messori di Braida) ai diaconi (don Andrea Cristalli e Sergio Galeotti di Rivalta) e alle religiose (suor Novella di Fornovo): siamo in buone mani! Il gruppo è anche una buona rappresentanza della diocesi: da Villa Minozzo alla bassa, da Montecchio a Correggio... La partenza nel cuore della notte, un viaggio velocissimo... e alle 6 del mattino, come per incanto, eccoci all’inizio di via della Conciliazione: siamo il primo gruppo ad arrivare!
Castel Sant’Angelo, il Tevere e infine San Pietro s’illuminano dei delicati colori dell’alba, rivelando tutto il loro splendore per una giornata che sarebbe rimasta nel cuore di tutti. La piazza si riempie rapidamente all’inverosimile e brilla in tutta la sua cattolicità: sacerdoti e suore di tutti i colori, gente di tutte le età, bandiere da ogni parte del mondo, striscioni di tante comunità, associazioni e movimenti. Un ingresso trionfale in piazza lo fa la banda della Baviera: sanno di poter godere di ogni precedenza e, nel bellissimo costume tradizionale, suonano l’inno bavarese così caro al Pontefice. Il Papa fa il giro della piazza sulla “papamobile”: tutti vogliono fargli sentire l’affetto, la gratitudine, la comprensione per la sua scelta così inaspettata. Sui cartelli una parola ritornava in tutte le lingue: “Grazie”!
L’udienza ha un carattere diverso dalle altre: nessun spazio alle formalità, ai convenevoli, non c’è tempo, è l’ultima. Il Papa apre il suo cuore: in assoluto silenzio l’ascoltiamo, l’applaudiamo e ci alziamo in piedi ogni volta che le sue parole sono particolarmente toccanti. Ci racconta cosa vuol dire essere eletto Papa: un incarico per il quale si sentiva inadeguato, ma che con l’aiuto di Dio ha cercato di portare avanti; non gli sono mancati giorni belli, ma anche giorni bui in cui gli è sembrato che il Signore dormisse sulla barca del pescatore; ma la barca è Sua, la Chiesa è Sua e la Sua presenza si è fatta di nuovo sentire. “Chi assume il ministero petrino”, ci dice, “non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa”. Il “sempre” è anche un “per sempre”: “la mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso”. Benedetto pregherà, invocherà per noi stando sotto la croce.
Alla fine dell’udienza, ancora saluti in tutte le lingue e ancora anche a noi, fedeli italiani che godiamo sempre di una sua attenzione privilegiata. Poi il Papa ci lascia: da domani lascerà anche il ministero petrino. Poi... sarà il pellegrino dell’ultima tappa.
Grazie, Benedetto, il tuo esempio è per noi una scuola di vita, nuova, controcorrente, che ci fa riflettere e che cercheremo di portare nella vita di tutti i giorni.
Liliana Ragazzi