Voi siete la luce del mondo
In Gesù c’è qualcosa di speciale: per questo ci mettiamo anche noi tra la folla che lo segue «dalla Galilea, dalla Decapoli, da Gerusalemme, dalla Giuda e da oltre il Giordano» (Mt 4,25). È l’insegnamento di un maestro ai suoi discepoli. E restiamo tutti stupiti, perché Gesù insegna «come uno che ha autorità » (Mt 7,27). È il nostro maestro. Non sceglie di sbraitare ordini, né di sobillare la gente, si limita a spiegarci come lui ci vede, a raccontarci quale attesa nutra nei nostri confronti, a dirci ciò che siamo: «Voi siete il sale della terra», «Voi siete la luce del mondo». Lo stile proposto dal Maestro è quello della luce: non siamo il paesaggio, siamo la luce di una lucerna capace di illuminare tutta la stanza. Se manca la luce, i gesti quotidiani possono compiersi ugualmente ma la stanza rimane nell’oscurità senza che possiamo gustare i colori, le sfumature, i riflessi, le trasparenze, le forme, le linee, i movimenti. Se invece la luce c’è, la realtà si mostra e le cose creano davanti ai nostri occhi giochi infiniti.
Rischiarare, rivelare, mettere in evidenza, rendere visibile la bontà della vita, vincere il buio, tutto questo fa scoccare una scintilla che sfida l’oscurità, e accende lampi di entusiasmo per la vita.
Con la 13ª assemblea nazionale (2008) abbiamo assunto l’impegno di essere ministri della sapienza cristiana per un mondo più umano e abbiamo scelto di dare concretezza alla possibilità di essere altrimenti umani. La costruzione del bene comune, raccogliendo il mandato che deriva dal convegno ecclesiale di Verona, ci impegna a conoscere, interpellare ed evangelizzare tutti gli ambienti di vita nei quali si costruisce quotidianamente il tessuto storico delle relazioni tra le persone all’interno di un territorio. La partecipazione vigile alla vita civile, dunque, non va considerata come altro rispetto alla chiamata alla santità, ma è anzi un mezzo per rispondere ad essa. Occorre quindi approfondire, incrementare e rendere capillare quell’attenzione cordiale, e allo stesso tempo ricca di discernimento, verso il territorio, che ha già caratterizzato i convegni regionali svoltisi in quest’anno, i quali hanno mostrato una capacità di interagire con la realtà, interrogarla e stimolarla, sentendosene parte attiva. È un’attenzione che troverà spunti interessanti nella prossima Settimana sociale (Reggio Calabria, 14-17 ottobre 2010), nella quale siamo chiamati a offrire il nostro contributo, ma anche negli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana, che verteranno sulla questione educativa proprio perché la cura per il bene comune passa per una costante educazione alla responsabilità.
Franco Miano presidente nazionale dell’AC
C’è di + nell’AC + Ac, + Chiesa, + cittàIn quest’anno associativo 2010/2011 l’AC è chiamata a celebrare le assemblee parrocchiali, diocesane e quella nazionale per il rinnovo dei responsabili.
Tra i significati che possiamo attribuire all’assemblea che celebriamo ogni tre anni c’è quello del rinnovamento di impegno e dell’assunzione di responsabilità. Da parte di tutti! Occorrono impegno e responsabilità per la vita della Chiesa, che oggi è chiamata a emanare una luce particolare che illumini il cammino nella nostra società travagliata. È la luce che ognuno di noi può far risplendere a partire dalla sincera amicizia con il Signore. Se siamo radicati in questo rapporto di amicizia, il passo per creare relazioni fraterne e missionarie con gli altri è breve.
I nostri gruppi (di ragazzi, giovani e adulti) vivono per questo. Certo, negli appuntamenti assembleari rinnoviamo anche gli incarichi e le responsabilità associative, ma non lo facciamo per fare grande e bella l’associazione, lo facciamo per rendere sempre più viva e credibile una realtà di uomini che si impegnano a testimoniare la vera Luce che illumina il mondo.
+ missione: dove?Nel terzo anno del triennio la nostra riflessione vuole estendersi in modo specifico ai temi della cittadinanza e del bene comune come forme per vivere la santità in chiave missionaria. La santità laicale viene considerata nel suo aspetto di servizio e responsabilità a costruire la Chiesa e a edificare il mondo secondo il progetto di Dio. Fani, Acquaderni, Frassati, Marvelli, Barelli, Carretto, Lazzati... sono le figure di santità che hanno illuminato (e continuano ad illuminare) la vita della Chiesa. Sono i personaggi ai quali ci ispiriamo,ma non basta. Se aderiamo all’AC manifestiamo il desiderio e l’impegno di aggiungere i nostri nomi alla lista dei santi e beati dell’AC. Nel nostro quotidiano (tra i banchi di scuola, nei campi di calcio, negli oratori, nelle università, in ufficio, in banca, in officina, in ospedale, negli studi, nei condomini, nella sale dei consigli comunali o di quartiere) abbiamo l’opportunità di essere cristiani per il bene comune. Dire Cristo in mezzo alla gente significa “mettere in agenda” il bene comune. Vita, famiglia, immigrati, educazione... sono tante le questioni che ci interpellano e coinvolgono, sono tante le zone d’ombra che ognuno di noi può illuminare.
+ gruppoChe valore ha fare gruppo oggi? Senza cadere nella banalità, ci accorgiamo che sempre più spesso le nostre relazioni passano attraverso gli strumenti tecnologici: telefonino, posta elettronica, chat, facebook.Molti mettono in mostra sentimenti, emozioni, “tutta la vita minuto per minuto”, attraverso vetrine elettroniche.
L’AC, invece, scommette ancora sul gruppo come dimensione fondamentale del proprio cammino, come mezzo per dare qualità e verità alle relazioni che sono il senso della nostra vita e della vita della comunità. L’AC è fatta di ragazzi, giovani e adulti che si ritrovano insieme, si incontrano e confrontano; partecipare al gruppo significa: essere disposti a proporre la propria idea, ad ascoltare quelle degli altri; aprire il cuore e la mente all’altro in un incontro autentico, senza barriere mediatiche, in un cammino graduale e continuo, tramite la condivisione profonda della vita di chi sceglie di camminare con noi.
Per noi di AC, fare gruppo è anche un modo di interpretare concretamente la scelta democratica che da sempre segna la nostra storia e nella quale continuiamo a credere, convinti del fatto che “fare le cose insieme”, accettare la fatica delle scelte condivise, non sia sinonimo di lentezza e inefficienza, ma sia piuttosto l’unico modo per giungere tutti a realizzare un progetto.
Per noi cristiani, poi, fare gruppo vuol dire credere con i fatti alla Parola di Gesù, che promette di essere in mezzo a noi ogni volta che due o tre si riuniscono nel suo nome. È sulla condivisione della vita che si fonda la comunità, e se questa dimensione dovesse mancare verrebbe meno proprio una delle dimensioni essenziali su cui si fonda la Chiesa.
+ educazioneAzione cattolica fa rima con educazione! L’AC è nata per educare. Educare con amore è il nostro stile. “Chi ama educa” non è solo il titolo di un libro scritto dal nostro presidente nazionale, non è solo il tema del convegno delle presidenze dello scorso anno. È la passione che coinvolge tutta l’associazione, perché nei nostri gruppi non ci sono insegnanti, ma testimoni che di generazione in generazione trasmettono la fede, l’appartenenza fedele alla Chiesa, la fraternità, la solidarietà, la pace, la giustizia, tutti quei valori che in nome di Cristo cooperano per il bene dell’unica famiglia umana.
Gli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per il prossimo decennio, che verteranno sulla questione educativa, ci trovano pronti a proseguire un impegno lungo ormai... 142 anni!
Educhiamoci. I nostri gruppi siano luoghi di incontro, di confronto, di crescita, di fede: insieme! + comunioneIl testo personale dell’AC è stato elaborato anche quest’anno in forma condivisa con gli amici di altre 15 aggregazioni laicali. Condividere la Parola, sentirsi in comunione, è il primo passo per una testimonianza credibile e diffusa. L’AC sente il dovere di tessere reti di fraternità e condivisione all’interno della comunità ecclesiale e nel territorio. Armonizzare le diverse caratteristiche delle varie aggregazioni può essere una delle migliori risposte al mondo confuso e frammentato in cui viviamo.
+ adesionePer sostenere il “di +” che l’Azione cattolica offre a tutti - persone, comunità parrocchiali, Chiesa e territori - c’è un modo semplice: aderire!
Il “si” di molti è segno di condivisione di ideali alti, permette all’Ac di continuare la propria opera missionaria, educativa e a servizio del bene comune. Educare al bene comune significa anche educare tutti, grandi, piccoli e giovani, al valore alto e significativo di aderire ad una associazione che mette al centro le persone. Attraverso una piccola quota annuale diversa a seconda dell’età, chi aderisce sostiene gli itinerari formativi annuali e la stampa associativa, permette all’associazione di essere autonoma, di esprimere pienamente la propria laicità, promuovere la propria proposta e essere corresponsabile nella vita della Chiesa e del Paese. Le associazioni parrocchiali e diocesane
Il cammino 2010/2011 “Ciò che conta di più” per l’ACRCiò che conta di più è lo slogan del percorso che i ragazzi di Azione cattolica faranno nei loro gruppi in questo anno associativo.
“Ciò che conta di più” vuole esprimere essenzialmente tre cose: una promessa, un impegno, una scelta, alla luce della domanda di vita di quest’anno, “conto anch’io?”, che dice il desiderio dei ragazzi di essere costruttori e protagonisti della loro vita, degli ambienti che vivono quotidianamente e quindi anche della Chiesa e del mondo.
La promessa è quella dell’amore che Dio Padre ha per tutti i suoi figli, per cui ciascuno, nella sua originalità, ha un posto nel cuore di Dio; l’impegno è quello dei bambini e dei ragazzi a mettersi ogni giorno in cammino per scoprire il di più delle loro vite; la scelta è quella degli educatori e del mondo adulto di voler riscoprire il valore unico che ogni ragazzo è.
Immaginare ciò che è bello e buono per i ragazzi, per la comunità e la città in cui vivono, attraverso il mondo dei numeri. I numeri ci circondano e sono parte della nostra vita molto più di quanto pensiamo, ma da soli non funzionano, servono le operazioni per metterli insieme, per combinarli. Lo stesso vale per il mondo dei ragazzi: essi crescono, si esprimono e si mettono in gioco a partire dal loro essere uno accanto all’altro.
I giovani di AC si impegnano a fare luceL’anno che sta iniziando sarà per i giovanissimi e i giovani di Azione cattolica un anno all’insegna della luce! Il cammino dei giovanissimi si chiama, infatti, M’illumino d’impegno, e quello dei giovani Fammi luce.
Davanti alle tante ombre che pesano sul presente e sul futuro dei giovani (la crisi economica, il diffuso individualismo, la fatica di trovare valori condivisi, l’abbaglio di tanti falsi miti... ) come giovani di AC vogliamo raccogliere la sfida di portare nella nostra società un po’ di luce che illumini, guidi, scaldi, curi.
Sappiamo che questa luce esiste ed è Cristo stesso, e da questa consapevolezza e continua riscoperta hanno origine tutta la nostra forza e il nostro impegno. Una luce prima di tutto da accogliere, che scaturisce dall’incontro con Cristo capace di illuminare i dubbi, le difficoltà, le ansie, e trasformarli in percorsi, progetti, speranze.Ma c’è di più! Stare in AC vuol dire anche imparare a saper portare a tutti questa luce.
Per questo i cammini formativi del Settore giovani quest’anno puntano sulla dimensione missionaria: la luce non può rimanere nascosta, chiunque la riceve è chiamato a mostrarla a sua volta agli altri con una testimonianza visibile, con l’esempio della vita e della parola, con una presenza amica a fianco di chi si trova in difficoltà, con il dialogo con chi non crede, con la partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola, dell’università, del lavoro, della società civile e politica. E naturalmente con il valore di farlo in associazione, cioè insieme.
Adulti di AC compromessi nella storiaIn sintonia con tutta l’associazione gli adulti sono chiamati ad approfondire, nell’anno associativo 2010/2011, l’impegno per il bene comune come modo per vivere la santità in chiave missionaria. È tra le pieghe di questa storia che la formazione dei gruppi adulti deve farsi azione buona, annuncio di speranza, occasione di cambiamento spirituale, culturale, sociale.
Com-pro-messi nella storia è, non a caso, il titolo dell’itinerario annuale che si snoda in cinque tappe a partire dal Vangelo dell’anno, quello di Matteo, con i suoi rimandi al tema della trasmissione della fede e della testimonianza.
Che significa oggi per un adulto essere “sale” e “luce”? Il cammino annuale ci chiama ad una visibilità gratuita, luminosa, capace di dare sapore alla storia di tutti, a partire dai contesti di vita quotidiana fino alle piazze. Ma oggi ci sentiamo fratelli di tutti, parte di una storia universale? Le tradizioni rischiano di essere esibite come segno di identità, a cui si appartiene o da cui si è esclusi. Nella riscoperta della centralità di Cristo ritroviamo la vera Tradizione e il senso di una trasmissione inclusiva, universale.
Si può cogliere, così, il senso degli aggettivi che definiscono ogni tappa della storia, nella quale siamo, chiamati a comprometterci senza compromettere la verità del Vangelo: una storia illuminata, contaminata, rigenerata, abitata, sconfinata. Il percorso propone inoltre ad ogni tappa di coniugare Costituzione e Concilio e a confrontarsi con testimoni che hanno dedicato la vita al bene del nostro Paese. Ciascun gruppo
In cammino verso la Settimana socialeApartire dall’ottobre 2009 fino all’aprile del 2010 un unico filo conduttore ha collegato le regioni italiane attraverso sedici convegni organizzati dalle delegazioni regionali di AC in preparazione della Settimana sociale dei cattolici, che si svolgerà dal 14 al 17 ottobre del 2010, a Reggio Calabria, sul tema “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”.
Obiettivo di questo percorso: coinvolgere non solo gli associati di AC, ma anche l’intera comunità cristiana e civile, in momenti di confronto sulle tematiche che toccano in profondità le nostre realtà territoriali, già messe in evidenza nella “Nota sulla situazione del Paese” pubblicata dalla Presidenza nazionale nel settembre 2009: questione morale, vita, famiglia, educazione, immigrazione, rapporto Nord/Sud, crisi economica e precarietà del lavoro, offrendo il proprio impegno per la risoluzione comune dei nodi problematici.
In questo percorso l’appuntamento della Settimana sociale dei cattolici del prossimo ottobre potrà costituire per tutte le associazioni un momento particolarmente favorevole per fermarsi a pregare e riflettere sui temi cruciali della vita pubblica.