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Festa dell'adesione

8 dicembre 2024



Perché proprio oggi? Che cos’è l’AC?

Ve lo racconto in breve con due storie.

PRIMA STORIA

Nel 1867 cioè più di 150 anni fa, due giovani, Mario Fani e Giovanni Aquaderni, uno di Roma e uno di Bologna, danno vita al primo nucleo della “Società della Gioventù Cattolica Italiana” che poi prenderà il nome di Azione Cattolica. Il motto che sostiene il loro impegno è: “Preghiera sacrificio azione” perché desiderano:

- mettere al centro della loro vita Gesù, ascoltando la sua Parola;

- spendere la propria vita per servire la Chiesa e annunciare, lì dove sono, a scuola, nello sport, al lavoro… la bella notizia del Vangelo: Dio ci ama, vuole la nostra felicità e desidera stare sempre con noi,

- fare azioni di bene, prendendo sul serio lo stile di Gesù, sempre, ogni giorno, in ogni incontro che fanno.

Tutto questo decidono di non farlo da soli, perché è più difficile, ma di farlo in gruppo, associandosi insieme, creando legami forti, una vera e propria rete di persone.

Poi l’8 dicembre di 100 anni fa i giovani di AC di quel tempo decidono di darsi una regola: “Ogni anno l’8 dicembre faremo la Festa dell’Adesione!”

Con torta?

Può essere ma… questi giovani decidono che la Festa dwll’Adesione deve avere questo stile:

Da allora l’8 dicembre è davvero una data speciale per l’Azione Cattolica.

SECONDA STORIA

La seconda storia parla proprio di un giovane che aveva scelto l’Azione Cattolica per vivere la sua fede. Potrei raccontarvi tantissime altre storie di giovani come lui hanno scelto di far parte dei giovani di AC, Alberto Marvelli, Armida Barelli, Gino Bartali, Nennolina, Giuseppe Puglisi, Rosario Angelo Livatino… ma ho deciso di condividere alcune parole chiave di Pier Giorgio Frassati, perché proprio il 3 agosto del 2025, il Papa lo proclamerà santo durante il Giubileo dei Giovani a Roma.

Lui nasce nel 1901 a Pollone, vicino a Torino, e decide di far parte dei giovani di Azione Cattolica. Scopre, anche attraverso altre esperienze, che la felicità è avere un senso per il quale valga la pena di vivere e anche di morire, qualcosa che ti appassioni così tanto da riempire il tuo cuore, i tuoi sogni, i tuoi desideri, per il quale sei disposto anche a dare la vita. Come Gesù.

Per questo Pier Giorgio decide di vivere intensamente ogni gesto, ogni attimo, ovunque si trovi. Ecco le tre parole che mi colpiscono di lui:

VERSO L’ALTO

C’era un luogo speciale che Pier Giorgio amava moltissimo, che gli permetteva di salire in alto con il suo corpo e soprattutto con il suo spirito: la montagna; qui la sua anima prendeva forma, “il puntare a cose alte”. Il motto “Verso l’alto” diventa per Frassati una regola d’oro. Scrive: “Ogni giorno che passa m’innamoro perdutamente della montagna: il suo fascino mi attrae”. Tutta la sua breve vita è segnata dal desiderio di questa progressione personale. Scrive: “Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere”.

LA PREGHIERA E LA COMUNITÀ

Per Pier Giorgio Frassati la sorgente della vita piena erano i momenti di preghiera e di silenzio: nella forma del rosario (molto praticata all’epoca, anche durante le gite), nella lettura della Bibbia e nella partecipazione ogni giorno all’Eucaristia. Scrive: “La fede datami dal battesimo mi suggerisce con voce sicura: da te solo non farai nulla, ma se Dio avrai per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine”.

Le sue lettere testimoniano come l’intesa con gli amici dell’AC fosse molto profonda: “Ogni giorno dovrei ringraziare Dio perché mi ha dato amici così buoni ed amiche che formano per me una guida preziosa, per tutta la mia vita”. Non da soli, insieme. Con alcuni amici Pier Giorgio diede vita alla “Compagnia dei tipi loschi”. A tenerli insieme il patto che, secondo Pier Giorgio, “non conosce confini e limiti temporali: l’unione nella preghiera”. Per lui è importante la dimensione comunitaria, il crescere insieme, l’associarsi. Suoi stretti confidenti erano adulti. Sì, perché bambini, giovani, adulti, adultissimi possono essere ricchezza gli uni per gli altri. L’AC, infatti, è anche questo: cammino intergenerazionale.

ABITARE LE PIAZZE

Come tanti giovani di oggi, anche Pier Giorgio era descritto “sempre di corsa”, assorbito da molteplici impegni: oltre allo studio (frequentò Ingegneria meccanica), ai gruppi cattolici e degli amici, alle iniziative avventurose e a gioiose escursioni in montagna, programmava tanti interventi di carità: abitava le piazze che significa abitare le persone, sentirsi responsabili della loro felicità, di ognuno di loro. Pier Giorgio maturò da studente una sensibilità a guardare alla storia dalla parte degli ultimi; il suo era amore per ogni povero tanto che dice in un’assemblea: “Senza la carità tutta la nostra religione crollerebbe perché noi non saremo veramente cattolici. Con la carità si semina negli uomini la vera pace”. Spesso, quando doveva tornare a casa, invece di utilizzare i soldi dati dai suoi genitori per il biglietto del tram, lui dava ai poveri qualche spicciolo e arrivava a casa di corsa, sudato, tardi, senza mai dire il vero perché era successo, se gli veniva chiesto.

Pensate come sarebbe bello curare i rapporti come li curava lui: attraverso la sua allegria, la sua generosità, attraverso la cura del rapporto con Dio e con gli altri!

Concludo leggendo il videomessaggio che l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha registrato:

“abbiamo bisogno di uomini e donne che siano seminatori di speranza. Ma come si fa da soli? Perciò invito ad aderire all’Azione cattolica, un’associazione piena di risorse, di tradizione e proposte per essere seminatori di speranza…;

abbiamo bisogno di uomini e donne che vivano una comunione con Gesù così intensa da portare molto frutto… questo dimorare in Gesù ci porta ad apprezzare l‘essere insieme, l’associarci…

abbiamo bisogno di persone che sappiano affrontare la responsabilità laicale come persone adulte, capaci di pregare, di pensare, di appassionarsi.

E come possiamo affrontare le sfide che oggi il mondo, la società, la professione, le condizioni di vita, ci propongono?

Io suggerisco di associarsi nell’Azione cattolica, un cammino di formazione laicale, così forte di tradizione e di pensiero che può aiutarci a non sentirsi mai soli in questi propositi”.



Sara Iotti

Presidente diocesana di AC


Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla - Atto normativo

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